Capitolo quarto

Il nucleo industriale di Crotone

 

 

4.1 La struttura del territoriale della Provincia di Crotone

4.1.1 Struttura Economica

                  La provincia di Crotone é classificata  in numerose  statistiche e graduatorie come un’area del Mezzogiorno particolarmente svantaggiata.

                  Questa posizione di svantaggio ha assunto, con il passare degli anni, una connotazione per molti aspetti “assoluti”, poiché permangono limiti strutturali che  collocano il territorio crotonese agli ultimi posti delle graduatorie  degli indici socio economici nazionali.

                   D’altra parte, questa condizione trova una sua concreta rappresentazione nel “primato” che assegna ad alcune aree della provincia di Crotone (cfr. Commissione Parlamentare d’Indagine sulla Povertà in Italia) quali i comuni di Isola Capo Rizzuto e Cutro, la qualificazione di zone più povere  della Calabria, a fronte del fatto che nella stessa provincia, città capoluogo, sono domiciliate le imprese più ricche e importanti della Regione.

                  I dati più recenti relativi al Prodotto Interno Lordo (PIL) provinciale pro capite delle 103 province italiane, collocano al 101° posto la provincia di Crotone.

                  Le esportazioni nella provincia, nel  1997, ammontano a 31.026 milioni di lire, incidono per il 6,7% sulle esportazioni regionali. Il 22,28 % dell’export crotonese è costituito da prodotti agricoli, il 21,65 % da minerali  ferrosi e non; il 20,47 % da  prodotti metalmeccanici. La variazione percentuale rispetto al 1996 ha fatto registrare un regresso pari al  -28,95%.

                  Gli indicatori degli scambi commerciali  in entrata e uscita dall’economia locale, attestano  “come ad ogni 100 lire importate corrispondano solo circa 17 lire esportate”, quota modesta rispetto al dato della Calabria (60,8) e dell’Italia (112,3).

                  L’andamento produttivo del crotonese è praticamente simmetrico a quello del resto della Calabria, con un progressivo disavanzo della bilancia commerciale.

 

4.1.2. Contesto Socio-economico

                  La “biografia”  socio economica della Provincia di Crotone si prefigura come un caso tipico, per molti  aspetti addirittura paradigmatico, di “localismo incompleto”. Sebbene con modalità diverse da quelle tipiche dell’assistenzialismo dei “colletti bianchi”, burocratico e terziario, lo Stato ha esercitato un ruolo molto importante nella formazione e nella crisi del modello agro-industriale del crotonese.

                  L’intervento dello Stato nell’economia locale é stato massiccio. Nel corso degli anni ‘50 il territorio é stato  interessato al grande intervento pubblico della Riforma Agraria che ha scomposto il vecchio assetto del monopolio agricolo latifondista, connettendo al mercato, in un mercato locale inesistente, protetto e paternalista.

                  Anche nel settore delle produzioni industriali, con la fornitura di energia elettrica a basso costo, dopo la costruzione di invasi e centrali idroelettriche nella vicina Sila, la mano pubblica è stata tutt’altro che invisibile.

La società e l’economia del crotonese erano caratterizzate, anche rispetto al resto della Calabria, da una situazione di piena occupazione, e  di forte egualitarismo sociale.

                  Per decenni,  l’intelaiatura istituzionale é stata tenuta nella camicia di forza di un’altra provincia, quella di Catanzaro, diversa e talvolta configgente con l’orizzonte di crescita della stessa città di Crotone, nel livello elementare e  frammentario delle microscopiche e deboli autonomie dei comuni.

                  Per questo, nonostante  le dinamiche evolutive, il modello storico dello sviluppo del crotonese é rimasto per lungo tempo “intrappolato” nella prigionia di uno  sviluppo senza autonomia.

                  Negli anni Ottanta avviene  la fine del protezionismo statale, il crollo del fragile equilibrio  instaurato dal protezionismo statale nell’industria, finalizzato alla piena occupazione e al controllo sociale, nonché dalla pianificazione degl’interventi nel settore agricolo comprensoriale, con l’obiettivo di convogliare una massa imponente di offerta di lavoro nei flussi migratori verso il “centro” dello sviluppo nazionale (triangolo industriale) ed europeo (Comunità Economica Europea).

                  In questo periodo, il declino dei vecchi impianti industriali di base, nel settore chimico e metallurgico, la forte crisi sociale provocata dall’espandersi di fenomeni di devianza giovanile e di criminalità organizzata e dalla trasformazione del mercato del lavoro, si sovrappongono  e si intrecciano fino a produrre una emergenza che sfocia nello scoppio di un conflitto sociale, noto come i “fuochi” di Crotone.

                  Tali “fuochi” segnano il limite invalicabile e la trasformazione radicale dello scenario.  La vecchia industria di base cade così non solo per via della crisi verticale del comparto chimico a seguito dello shock petrolifero, ma anche in virtù della diversa divisione internazionale ed europea del lavoro e della produzione industriale.

 

4.1.3. Contesto Storico

                  Durante gli anni italiani del “boom economico”, per via degli insediamenti industriali presenti sul territorio (chimica, metallurgia, energia), la città, divaricandosi dal resto del  comprensorio, conseguiva traguardi di benessere e di crescita unici nella storia  recente della Calabria.

                  Crotone appariva come una città ricca, moderna, una sorta di piccola Milano del Sud, il volto di un altro mezzogiorno fino a quando, a partire dai primi anni ‘70, la crisi del comparto chimico nazionale e internazionale si manifestava localmente sotto forma di un vero e proprio “sciopero degli investimenti” e in un graduale abbandono delle prospettive di rafforzamento e di rinnovamento degli impianti esistenti, già obsoleti.

                  Tutto questo si sostanziava nell’annullamento del programmato raddoppio Montedison, nella mancata realizzazione dell’impianto dei cosiddetti “fanghi rossi”, anche a causa della scoperta di un vasto bacino archeologico su cui dovevano sorgere i nuovi impianti industriali.

                  I mancati investimenti nei  processi di produzione, la messa sul mercato degli impianti ormai usurati, rilevati dalle holding di Stato, determinarono una situazione  allo stesso tempo di prosecuzione e abbandono.

                  Il collasso industriale ha messo a nudo  la “questione ecologica” sia a livello nazionale, con l’eliminazione del fosforo dalla produzione dei detersivi, che a livello locale, con la rilevazione di un alto tasso d’inquinamento ambientale e con il Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’incidenza di malattie neoplastiche nell’area urbano-industriale.

                  All’inizio degli anni novanta, la situazione  dell’area di Crotone, interessata da una macro localizzazione strategica di difesa atlantica (Base Nato F-16 - di Isola Capo Rizzuto) appariva  in bilico tra una “riconversione militare del territorio” e la ricerca di una “autodeterminazione territoriale”, capace di dare centro alle scelte, ai progetti, alla programmazione di medio e lungo periodo.

                  Nonostante le problematiche storiche, proprio all’inizio di questo decennio si intensificano le dinamiche di  rinnovamento, su  nuove basi dello sviluppo locale. Pertanto:

a)       Nasce il progetto di una reindustrializzazione  del crotonese, facendo leva su nuove soggettività, accompagnate nell’esperienza di un nuovo soggetto misto, pubblico-privato, quale è  “Crotone Sviluppo”;

b)       L’istituzione della Provincia apre una nuova fase di insediamento sul territorio di una rete di sostegno e di servizio allo sviluppo socio economico e alla qualificazione degli stili di vita;

c)        Viene confermata in sede nazionale ed europea la vocazione industriale dell’area, con programmi di sostegno allo sviluppo locale, in linea con le regole del mercato e la nuova dimensione globale ed euromediterranea dei processi economici.

                  La stipula del Contratto d’Area e della  Sovvenzione Globale va nella direzione di recupero del deposito tecnico, formativo e culturale della passata esperienza industriale, considerata come prerequisito per una più rapida ripresa dell’economia locale industriale, impostando una modernizzazione ecologica del territorio, nel contesto di un programma di sviluppo sostenibile.

                  I punti sopra elencati possono considerarsi come variabili di rottura, attraverso le quali l’utilizzo dei Fondi Strutturali può divenire  il carburante per l'avvio del motore dello sviluppo della “Provincia Sostenibile” di Crotone.

                  Con la nascita della nuova provincia (1991) e con l’avvio dei processi di riconversione  del sistema economico locale vengono alla superficie le contraddizioni e i limiti strutturali dell’impianto territoriale, per cui si può affermare che da una fase di “sviluppo senza autonomia” si rischia di permanere in una  condizione di “autonomia senza sviluppo”.

                  L’evento alluvionale (1996) ha svolto la funzione di “evidenziatore” di tali tare e limiti strutturali. La lettura dell’intera vicenda alluvionale resterebbe  superficiale, persino ininfluente, se non si collegassero le dinamiche emergenziali da essa suscitate con processi socio economici e culturali più “profondi” che hanno interessato la società della città capoluogo e  l’intera provincia.

                  L’alluvione ha aperto un più specifico e complesso problema di  collocazione della provincia nello scenario geo-istituzionale regionale e geo-economico interregionale.

 

4.1.4. La situazione Attuale

                  L’area di Crotone é oggi una periferia del sistema industriale europeo. Il declino del vecchio impianto industriale é anche un riflesso di un rapido processo di trasformazione e ristrutturazione tecnologica delle strutture produttive avviato con l’unificazione dei mercati europei.

                  La Provincia di Crotone é una zona  contraddistinta da problemi strutturali di riconversione economica e sociale, con una popolazione e una superficie significativa nel contesto regionale..

La Provincia di Crotone é interessata da fenomeni di arretratezza socio - economico - culturale.

                  L’area é caratterizzata da un  ampio e intenso processo di mutamento sociale ed economico principalmente nel settore industriale (grandi imprese esterne pubbliche e private, PMI locali connesse all’insediamento chimico, semichimico, metallurgico, energetico, agroalimentare) e dei servizi, specie quelli pubblici, quale risultante della recente trasformazione istituzionale  del comprensorio, prima appartenente alla provincia di Catanzaro, in nuova provincia .

1)      La zona industriale di Crotone é un unità territoriale con i seguenti caratteri morfologici: il tasso medio di disoccupazione risulta superiore alla media nazionale e comunitaria, registrata negli ultimi tre anni;

2)     Le zone rurali  presentano le seguenti caratteristiche: la densità della popolazione é inferiore ai 100 abitanti per kmq; il tasso di occupazione in agricoltura rispetto all’occupazione complessiva é superiore al doppio della media comunitaria; esistono gravi problemi derivanti dall’invecchiamento della popolazione attiva del settore agricolo; ci sono zone rurali che hanno un elevato tasso di disoccupazione causato dalla ristrutturazione di una attività determinante nel settore agricolo, quale é stata, per esempio, quella del settore bieticolo-saccarifero nel comune di Strongoli; esistono zone costiere dipendenti dalla pesca  che, per effetto di interventi di tutela ambientale e ristrutturazione del settore ittico, hanno subito un decremento dell’occupazione, come nel caso dell’area compresa nella perimetrazione della Riserva Naturale Marina di Capo Rizzuto.

3)      I poli urbani provinciali, specie quello del capoluogo di provincia Crotone  sono zone densamente popolate che si contraddistinguono per i seguenti aspetti: disoccupazione di lunga durata superiore alla media comunitaria; gravi problemi di bonifica delle aree industriali degradate; elevato livello di povertà, con condizioni abitative precarie nei comuni di Isola Capo Rizzuto, Cutro e nella città di Crotone che, a seguito dell’evento alluvionale, il Governo nazionale ha inserito nel  programma di risanamento urbanistico e  miglioramento della vita urbana denominato “Contratto di Quartiere”, individuando nel Quartiere Fondo Gesù un’area urbana degradata e povera; situazione ambientale particolarmente degradata; elevato tasso di criminalità e di delinquenza; basso livello d’istruzione della popolazione.

                  Crotone più che essere  una provincia cuscinetto, tra un area e l’altra della  regione, più che residualizzarsi in un area di mezzo, si prospetta come una “provincia  ponte”,  snodo intermedio  tra il sistema locale metropolitano  reggino-gioiese-siciliano e il corridoio di sviluppo adriatico che  si protende oltre Taranto fino all’area della sibaritide e del Pollino.

                  Lo sviluppo sostenibile del sistema Crotone potrebbe percorrere questa via: esso potrebbe trovare il suo break even point in una sovvenzione globale che non si dovrebbe esaurire in una sorta di laissez faire dell’imprenditoria. 

                  Lo sviluppo dell’area non può assumere forme di anarchica autoregolazione, né tanto meno può confidare nell’automatica regia della “mano invisibile” del mercato, poiché  quanto più la programmazione e il progetto di sviluppo sostenibile  si misura con  gli effetti della disgregazione dei vecchi assetti tanto più é necessario  offrire garanzie di certezza e di stabilità nel governo della modernizzazione del cambiamento locale.

                  L’interazione positiva tra Sovvenzione Globale e Fondi Strutturali deve essere messa a  profitto non come una mera sommatoria di risorse finanziarie disponibili una tantum, ma come un valore aggiunto progressivo e cumulativo che, annullando il rischio di un dumping  di imprese esterne,  proponga l’urgenza di un percorso unitario e concertato tra soggetti istituzionali ed attori economici e sociali locali per progettare, concertare e  cogestire lo sviluppo complessivo della Provincia. 

                  Ciò per evitare che  il  mercato esterno al sistema locale, accetti  del tutto occasionalmente il vincolo della localizzazione di lunga durata  sul territorio, sprigionando di fatto una campagna di conquista e colonizzazione, le cui conseguenze sarebbero  ancora una volta mortificanti e desertificanti per il territorio e la società provinciale.

 

4.1.5 Gli obbiettivi strategici

                  Gli obiettivi strategici, emersi dai colloqui con i testimoni primeggiati, che la Provincia di Crotone intende perseguire sono:

a)       un rinnovato ed efficace impegno per far crescere l’occupazione, con particolare riferimento a quella giovanile e femminile, fortemente penalizzate dalla conformazione del mercato del lavoro provinciale;

b)       un rinnovato ed efficace impegno per lo sviluppo di imprese competitive, capaci di acquisire quote crescenti del mercato nazionale ed internazionale, promuovendo l’affermazione e il decollo di industrie di trasformazione e dei relativi servizi finanziari e reali;

c)         un rinnovato ed efficace impegno per la tutela e la salvaguardia ambientale;

d)       un rinnovato ed adeguato impegno per  le pari opportunità e il miglioramento  della qualità della vita nel sociale.

                  La logica dello sviluppo crotonese se non é sistemica non ha sbocchi e rischia di produrre  danni di lungo periodo ad un territorio e a una popolazione che per risorse  materiali e immateriali può e deve dare molto, nel quadro della divisione del lavoro regionale, allo sviluppo della Calabria.

                  Il tempo perduto va recuperato: in questi anni la provincia, nella complessità della sua formazione economico-sociale, è cresciuta poco.

 

4.1.6 Le infrastrutture

                  Sulla dimensione regionale Crotone é la città che maggiormente sente il peso dell’isolamento. Il disegno delle reti ne penalizza in effetti il ruolo: la stessa ferrovia che non garantisce certo elevati standard ed opportunità di raccordo agli assi portanti della mobilità interregionale, sembra determinare un vincolo alle comunicazioni locali agendo da barriera su alcune direttrici. Pur dotata di un  aereoporto e di un porto, l’insufficienza nei collegamenti integratici e nei servizi ne limitano di fatto le prospettive di crescita.” Crotone é, dunque, un bacino di traffico  con pesanti blocchi infrastrutturali.

a)     Strade: La strada statale 106 Jonica (Reggio Calabria Taranto,)   trova Crotone in posizione baricentrica tra il 240° e il 250° km. Essa collega la provincia di Crotone con quella di Catanzaro; il tracciato ha carattere discontinuo. La “E 90” (SS. 106) avrebbe dovuto costituire il punto focale dell’ammodernamento viario calabrese; essa é stata ammodernata da Crucoli a Cirò Marina,  A sud di Cirò Marina l’utenza veicolare torna sulla vecchia sezione fino a Crotone (recentemente è stato costruito un piccolo tratto di circa 5Km all’ingresso nord di Crotone), con attraversamenti urbani ( Torre Melissa) continuando così fino ai confini provinciali con Catanzaro. La SS 107, Statale Silana crotonese, collega la provincia con l’Altipiano  della Sila, specie con il centro  abitato dell’area Silana, San Giovanni  in Fiore. La SS 107 é una strada  fin qui molto sottovalutata poiché il ruolo strategico che potrà assumere nel prossimo futuro non é stato ancora ben valutato e compreso. La Statale Silana avrà bisogno di essere innervata di nodi, aree e piattaforme tecnologiche specifiche per essere trasformata nella più moderna vettoriale tra Jonio e Tirreno, funzionale agli spostamenti turistici, tra aree parco di grande rilevanza naturale e ambientale, quali la Sila, la Riserva Marina di Capo Rizzuto, la foce e il bacino fluviale del Neto, ecc…Vi sono poi tracciati minori tortuosi, scarsamente custoditi, privi di manutenzione,  quali la strada statale 492  Strongoli-Savelli, la 109 e 109 ter Cutro Roccabernarda Mesoraca Petilia Policastro. Nello schema della Rete Transeuropea di Trasporto fino al 2010 la viabilità interna alla Regione Calabria é costituita dalla A3 Salerno-Reggio Calabria, dalla SS. 534 nel tratto compreso tra l’autostrada Salerno Reggio Sibari, dalla SS. 280 dei Due Mari Lamezia Catanzaro e dalla direttrice ionica, da Catanzaro a Sibari, per Taranto. Crotone si  pone  geograficamente nell’arco microterritoriale che  si aggancia all’ autostrada Sibari-Taranto, in collegamento tra i corridoi plurimodali tirrenico e adriatico.

b)     Ferrovia: Il versante jonico calabrese ha il suo punto di debolezza e un punto di forza potenziale, nella rete ferroviaria che collega l’area metropolitana di Reggio Calabria con la prima città del corridoio adriatico pugliese, Taranto.  Come si é detto per la strada “E 90”, anche sulla direttrice ferroviaria, Crotone é collocata in una posizione baricentrica. Per la vetustà della rete, sebbene implementata con un sistema di controllo del traffico, con centro a Sibari, occorrerebbe un serio e cantierabile progetto ferroviario di adeguamento e modernizzazione, una sorta di Ferrovia Jonica. L’urgenza di un potenziamento della rete ferroviaria esistente pone nel mirino delle priorità l’elettrificazione, il raddoppio del tracciato lungo la linea che costeggia la provincia, la riqualificazione delle piccole stazioni provinciali, il potenziamento dei collegamenti veloci con le altre province della Calabria, lo studio di un progetto di ferrovia leggera che ripercorra il tracciato storico delle Ferrovie Calabro Lucane e della Ferrovia Val di Neto, in prosecuzione verso San Giovanni in Fiore, altopiano della Sila, come raccordo park-to-park, mare-monti, a fini turistico ambientali L’obiettivo dovrebbe essere quello di captare volumi di traffico coerenti con l’offerta, incentivare la  intermodalità, promuovendo un orientamento al trasporto ferrato tra passeggeri e utenza commerciale.

c)     Aeroporto: L’aeroporto “Sant’Anna” è una Società Consortile per Azioni, costituita nel 1993, con un capitale sociale di 2.400.000.000, interamente versato. Il primo volo è stato effettuato nel giugno del 1996. Il traffico passeggeri dell’aereoporto risente dei buoni risultati del turismo nella stagione estiva. Per le merci le carenze sono strutturali, proprio quando sarebbe possibile ripensare al ruolo commerciale dello scalo pitagorico. E’ in corso il progetto di costruzione della nuova aerostazione.

d)     Distretto portuale: Il Porto di Crotone  é fornito di strutture con 8 accosti nel porto nuovo di lunghezza complessiva di metri 8.250; un accosto é utilizzato per ricevere prodotti petroliferi destinati alla domanda dell’entroterra. Il movimento si compone per il 35 % da navigazione internazionale e per il 65% da navigazione di cabotaggio; la composizione del movimento merci é per il 52% dovuta a traffico di prodotti industriali e per il 48 % di traffico di prodotti commerciali; le merci sono per il 50% di tipo secco e per il restante 50% liquide. I traffici commerciali registrati dai dati disponibili sui porti calabresi ( Crotone, Vibo Valentia, Gioia Tauro ) denotano una crescita del movimento merci – sbarchi e imbarchi - del 118 %, tutto effettuato dal porto di Gioia Tauro ( 151 %), Crotone e Vibo hanno evidenziato una contrazione, rispettivamente, del 20 e del 7,6%. Nella logica sistemica di sviluppo del territorio il Porto deve diventare il nodo delle relazioni internazionali anche in una logica di integrazione e combinazione con il porto di Gioia Tauro. Pertanto sono da sviluppare le condizioni affinché il porto, la città ed il territorio possano costituirsi come soggetti attivi di strategie e di pratiche di tipo corporativo, e sviluppare le condizioni affinché Crotone divenga una città portuale fungendo da “piazza di affari”.

 I punti di debolezza del distretto portuale  sono dati :

1)      dall’incompleta viabilità;

2)      dallo stato  di fatiscenza delle strutture;

3)       dalla mancanza di una rete interna di servizi materiali e immateriali;

4)      dalla confusione e disconnessione delle  presenze operative militare (Marina, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza), industriale, peschereccia, turistica;

5)      dalla classificazione inadeguata, da  ricollocare nella fascia 3° classe, categoria II.

Le Opportunità/azioni offerte dal distretto portuale potrebbero essere:

1)      il collegamento con la Grecia nel breve periodo;

2)       la vocazione al cabotaggio e al commercio internazionale;

3)      creare un nodo di sostegno della crocieristica ed un nodo minore del transhipment tra il terminal di Gioia e quello di Taranto;

4)       l’interporto.

                  Il porto trova una sua naturale collocazione  nel golfo di Taranto per cui il suo sviluppo deve essere  valutato nell’orizzonte di una connessione  con il “corridoio adriatico” e con le esigenze di articolarsi nel sistema complessivo delle specializzazioni del sistema portuale mediterraneo.

 

4.2 Il Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione di Crotone

                  Costituito ai sensi e per gli effetti dell’art. 21 della legge 1957 N° 634, è Ente Pubblico Economico ai sensi dell’art. 36 della legge 05/10/1991 N° 317. [1]Ad  esso si applicano le norme di cui al decreto legge 20/05/1993 N° 149 convertito in legge 19/07/1993 N° 237, nonché le norme di cui al decreto legge 23/06/1995 N° 244 convertito in legge 08/08/1995 N° 341.

                  Lo statuto originario del Consorzio è stato approvato con Decreto del Presidente della Repubblica N° 2054 dell’ 11/10/1962, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica N° 92 del 05/04/1963. Lo statuto vigente è stato approvato con deliberazione della giunta regionale del 26 Aprile 1999 N°1397.

 

4.3 Gli Obbiettivi

                  Il Consorzio ha lo scopo di favorire il sorgere di nuove iniziative industriali nel comprensorio sito nel Comune di Crotone, (di cui alla planimetria allegata a pag. 130) compreso tra le seguenti delimitazioni: a Nord con il fosso Torrente Passovecchio, ad Est con il rilevato della ferrovia statale Taranto - Reggio Calabria, a Sud con la strada provinciale per Papanice, ad Ovest con la strada provinciale per Papanice.

                  A tal fine, esso provvede in particolare:

a)       agli studi, ai progetti, alle proposte per promuovere lo sviluppo industriale nel comprensorio;

b)       all’acquisto delle aree ed immobili occorrenti per l’impianto delle singole aziende e per i servizi comuni;

c)        all’esecuzione ed alla gestione di opere, di attrezzature e di servizi di interesse e di uso comune, ai sensi del 1° comma dell’articolo 21 della Legge 29 luglio 1957, n° 634, entro il suo comprensorio;

d)       alla costruzione di rustici industriali, ai sensi dell’art. 21 della Legge 29 luglio 1957, n° 634 modificato all’art. 6 della Legge 18 luglio 1959 n° 555;

e)        a vendere o cedere in uso ad imprese industriali le aree e gli immobili che il Consorzio abbia a qualsiasi titolo acquisito;

f)        a promuovere l’espropriazione di aree e di immobili necessari ai fini dell’attrezzatura della zona e della localizzazione industriale ai sensi del 5° comma dell’art. 21 della Legge 29 luglio 1957, n° 634 modificato dall’art. 5 della Legge 18 luglio 1959, n° 555, nonché ai sensi delle norme di cui al D.L. 23.6.1995 n° 244 convertito in Legge 8.8.1995 n° 341;

g)        a promuovere la costituzione, ovvero a partecipare a società consortili che abbiano finalità e caratteristiche previste dalla Legge 317/91 o che abbiano per finalità la gestione delle opere e/o servizi consortili;

h)       ad assumere qualunque iniziativa idonea al raggiungimento dei fini istituzionali.

 

                  La cessione dei terreni di proprietà del Consorzio sarà effettuata a tutte le Imprese che intendono realizzare nuove iniziative nel comprensorio, sulla base di condizioni preventivamente fissate per le singole zone del comprensorio.

                  In ogni caso, le condizioni debbono essere tali da costituire una concreta, effettiva integrazione degli incentivi previsti dalle disposizioni vigenti.

 

4.4 Fanno parte del consorzio

TABELLA 1 – ENTI CONSORZIATI

Ente Consorziato

Cons.

Conf. In £

Conf. In €

Provincia di Crotone

12

50.000.000

25.822,84

Comune di Crotone

6

30.000.000

15.493,71

Camera C.I.A.A. Crotone

6

30.000.000

15.493,71

Assoper Catanzaro

10

50.000.000

25.822,84

A.R.S.S.A. di Cosenza

3

15.000.000

7.746,85

Comune di Strongoli

2

7.500.000

3.873,43

Cons. Bonif. Bassa Valle del Neto-Crotone

1

5.000.000

2.582,28

Cons.Bonif.Castella/Capocolonna-Isola C.R.

1

2.500.000

1.291,14

Cons. Bonif. Lipuda Fiume Nicà-Cirò M.

1

2.500.000

1.291,14

Comune di Cutro

1

2.500.000

1.291,14

Comune di Isola C.R.

1

2.500.000

1.291,14

Comune di Rocca di Neto

1

2.500.000

1.291,14

Banca CARIME S.p.a.

1

5.000.000

2.582,28

TOTALI

46

205.000.000

105.873,64

 

                  Possono esservi successivamente annessi a norma dell’art. 13 (della lettera d) dello Statuto, altri Enti di natura privata che abbiano lo scopo istituzionale di favorire lo sviluppo economico nei territori di cui alla legge 10 agosto 950 n° 646 e successive integrazioni, nonché altri soggetti di cui è fatta menzione nella legge 317/1991.

                  Il patrimonio può essere incrementato e dai conferimenti di nuovi Membri e da ulteriori apporti dei consorziati.

                  I proventi del Consorzio sono costituiti:

a)       dalle rendite del proprio patrimonio;

b)       dal realizzo per le vendite e dai canoni per la concessione in locazione di aree e rustici industriali;

c)        dai proventi della gestione dei vari servizi esistenti e funzionanti nella zona e dai proventi di ogni altra prestazione effettuata dal Consorzio a favore delle Imprese;

d)       da contributi dello Stato, della Comunità Europea, della Regione e di altri Enti o dai fondi derivanti dai mutui contratti o da altre operazioni finanziarie;

e)        da altri eventuali contributi, lasciti e donazioni da parte sia di Enti sia di privati;

f)        dai proventi derivanti dalla amministrazione dei fondi di cui alle precedenti lettere.

 

4.5 Le infrastrutture  e gli insediamenti presenti nell’area                    

 

TABELLA 2 – PRINCIPALI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI IN ESERCIZIO NELL'AGGLOMERATO

 n°

Denominazione

Produzione

Addetti Fissi

1

Biomasse Italia S.p.a.

Energia Elettrica

36

2

Cellulosa 2000 S.p.a.

Paste semichimiche per cartiere

110

3

Sasol Italy S.p.a.

Intermedi per detergenza

96

4

Graziani F.sco & C. S.a.s.

Carpenteria Metallica

150

5

Mida S.r.l. e Salvaguardia Ambientale S.r.l.

Servizi Ambientali

70

Dopo aver visto i principali insediamenti presenti nell’agglomerato vediamo le infrastrutture realizzate e da realizzare:

 

1)      OPERE DI DIFESA DEL SEDIME: Sono stati effettuati i lavori di sistemazione dei due canali di sponda vela e valle della donna con sistemazione del letto dei torrenti Papaniciaro e Passovecchio. Progettato il canale di gronda a difesa della zona di espansione;

2)     OPERE STRADALI: Collegamenti con la viabilità esterna. L’agglomerato è attraversato dalla SS. 106 ed è rapportato nella zona portuale da uno svincolo a trombetta che sovrapassa la SS. 106 e la zona FS in direzione della città e del porto. Sistema viario interno all’agglomerato: Nella zona Nord dell’agglomerato sono state realizzate 5 strade di penetrazione a servizio dei lotti industriali. Realizzata nella zona Sud dell’agglomerato una strada di penetrazione ad anello di servizio ai lotti artigianali. La strada litoranea di collegamento porto – zona industriale in corso di realizzazione la viabilità di servizio nella zona di espansione che si innesta sulla SS 106;

3)     ILLUMINAZIONE STRADALE: Completata ed in esercizio dal 2001 la rete di illuminazione lungo tutte le strade consortili compresa la SS.106.  Completamente realizzata nella zona di espansione ma non ancora in esercizio;

4)     ENERGIA ELETTRICA: Collegamenti con la rete esterna: avviene mediante una sottost. Alimentata da una linea a 150 KV e da 2 a 60 KV. Rete di distribuzione interna: Nella zona a Nord dell’agglomerato è stato realizzato un elettrodotto in cavo da 20 KV a servizio dei lotti industriali. Realizzata rete di distribuzione ai lotti artigianali a 20 KV. In costruzione nuova cabina ENEL primaria di trasformazione da 50 a 20 KV ad esclusivo servizio dell’agglomerato della zona di espansione;

5)     METANO: Collegamenti con la rete esterna: nel tratto di costa prospiciente l’agglomerato esiste un giacimento di gas. Portata max condotta mc/h.: - Portata attuale mc/h.: - Portata utilizzata mc/h.: - Tariffa L/mc.: ND Rete di distribuzione interna: Realizzati allacci in alta pressione alle principali aziende Montedison, Pertusola, Cellulosa Calabra, AIPP. Sono possibili ulteriori allacci su singole richieste aziendali da concordare di volta in volta con la SNAM in base alle esigenze aziendali e disponibilità. La rete a bassa pressione è da realizzare;

6)     ACQUA POTABILE: Opere di captazione e di adduzione: Realizzato un acquedotto per l’approvvigionamento di acqua potabile e industriale di complessiva potenzialità 3700 L/Sec di cui 600 destinati ad uso potabile. Portata max condotta l/sec: 23.00 Portata attuale l/sec: 9.00 Portata utilizzata l/sec: 9.00 Tariffa €/mc.: 0,26 Rete di distribuzione interna: In esercizio di espansione rete interna all’agglomerato, da realizzare nella zona di espansione;

7)     IMPIANTO DI POTABILIZZAZIONE: Ente gestore: Ufficio Acquedotti Regione Calabria. Descrizione: Dall’impianto di chiarificazione (a Pulsator) la condotta di adduzione si sdoppia. Il tratto a uso potabile confluisce ad un serbatoio che consente ad una erogazione di 300 L/S con annesso impianto di potabilizzazione (precedentemente installato presso l’impianto di S. Giorgio).Capacità impianto: l/s: Potabilizzazione attuale l/s: Stato dell’opera:In Esercizio;

8)      ACQUA INDUSTRIALE: Opere di captazione e di adduzione: Realizzato un acquedotto per l’approvvigionamento di acqua potabile ed industriale di complessiva potenzialità 3700 L/Sec di cui 3100 destinati ad uso industriale. Portata max condotta l/sec: 3100.00 Portata attuale l/sec: -- Portata utilizzata l/sec: 150.50 Tariffa €/mc.: 0,11. Rete di distribuzione interna: In esercizio rete acqua industriale, da realizzare nella zona di espansione;

9)     IMPIANTO DI TRATTAMENTO ACQUE INDUSTRIALI: Ente gestore: Ufficio Acquedotti Regione Calabria. Descrizione: Dall’impianto di chiarificazione (a Pulsator) la condotta di adduzione si sdoppia. Il tratto a uso industriale confluisce alle vasche di riserva per complessivi 9000 MC. Capacità impianto: l/s: Trattamento attuale l/s: Stato dell’opera:In Esercizio;

10)  SMALTIMENTO ACQUE BIANCHE: Rete di raccolta interna: Completata rete delle acque bianche che scaricano direttamente a mare e nei torrenti Passovecchio e Papaniciaro. Portata max condotta l/sec: -- Portata attuale l/sec: -- Portata utilizzata l/sec;

11)   SMALTIMENTO ACQUE NERE: Rete di raccolta interna: Realizzata intera rete di raccolta acque nere. Portata max condotta l/sec: -- Portata attuale l/sec: -- Portata utilizzata l/sec;

12)  RETE FOGNARIA MISTA: Rete di raccolta interna: Portata max condotta l/sec: -- Portata attuale l/sec: -- Portata utilizzata l/sec: -- Tariffa L/mc.: ND;

13)  DEPURATORE: Esistenza impianto a servizio dell’A.I. Stato dell’opera:L’impianto è Funzionante, trattamento reflui misti, gestione: Consorzio N.I. Crotone, addetti impianto: 4, ditta costruttrice: Degremont Italia, anno di Costruzione: dal 1982 al 1986, laboratorio chimico in loco, scarico liquami in uscita con destinazione mare, smaltimento fanghi in discarica pubblica, accordi con altri Enti per gestione servizi fanghi, potenzialità attuale mc/h: 600, capacità di smaltimento dell’impianto: 350.000 MC;

14)  OPERE FERROVIARIE: Collegamenti con la rete esterna: la stazione di Crotone e lo scalo merci con fasce di binari di presa e consegna erano preesistenti all’agglomerato e sono ubicati all’interno di esso. Raccordi e servizi interni: esiste un raccordo a servizio della Fertmont Ausidet (Montedison). Nella zona di espansione è previsto un raccordo a servizio del centro smistamento merci con parco binari di sosta, presa e consegna;

15)  DISCARICA: Capacità di smaltimento dell’impianto: 350.000 MC, distanza dall’agglomerato: 0.00 Servizio raccolta, opera in esercizio;

16)  INCENERITORE: Opera necessaria.;

17)  IMPIANTO INERTIZZAZIONE FANGHI : Opera necessaria..

 

 TABELLA 9 – GESTIONE E CARATTERISTICHE DELLE INFRASTRUTTURE

 

 

CARATTERISTICHE

Sviluppo

A Servizio

Disponibili

INFRASTRUTTURE

ENTE GESTORE

ml

ha

ha

Centro direzionale C.N.I. Crotone

----

----

----

Difesa Terreno

----

----

208

20

Sistemazione Terreno

----

----

----

----

Opere Stradali

C.N.I. Crotone

12800

208

20

Opere Ferroviarie

Ente FF.SS.

1500

24

----

Illuminazione Strade

C.N.I. Crotone

10800

208

20

Reti Elettriche

ENEL

7000

208

20

Cabina primaria elettrica

ENEL

----

----

----

Rete Metano

SNAM

1850

149

17

Cabina decompr. metano

SNAM

----

----

----

Rete acqua potabile

C.N.I. Crotone

14100

208

20

Impianto di potabilizzazione

Ufficio Acquedotti Regione Calabria

----

----

----

Rete acqua industriale

C.N.I. Crotone

8500

208

20

Impianto tratt. Acque industriali

Ufficio Acquedotti Regione Calabria

----

----

----

Rete Fogn. Acque bianche

C.N.I. Crotone

8600

208

20

Rete Fogn. Acque nere

C.N.I. Crotone

10000

208

20

Rete Fogn. Acque miste

----

----

----

----

Ipianto di depurazione

C.N.I. Crotone

----

----

----

Impianto di inert. fanghi

----

----

----

----

Inceneritore

----

----

----

----

Discarica

C.N.I. Crotone

----

----

----

4.6 Regolamenti Ambientali e Piano Regolatore

                  L’area ricade nel Comune di Crotone. Nessun onere è dovuto per il rilascio della concessione ad edificare, il Piano Regolatore Territoriale è stato approvato, la variante di ampliamento approvata con decreto del Presidente della regione n° 321 del 11/6/1999. Nella zona di espansione 103 Ha saranno destinati a lotti industriali.

                  Principali norme tecniche di attuazione del P.R. Industria Artigianato:

Rapporto superficie coperta/superficie totale:

a)       35 % per lotti inferiori a 10.000 mq

b)       50 % per lotti superiori a 10.000 mq

Altezza massima fabbricati m. NL %50 per lotti superiori a 10.000 mq

Altezza massima singole parti funzionali m. NL

Distanza minima dal confine m. 6.0

Distanza minima dalla strada: m. 10.0/12.0 rispettivamente per lotti inferiori o superiori a 10.000 mq.

                  Informazioni sul terreno: Altezza media s.l.m. (m.): 10.0, Natura geologica: origine alluvionale argilla e sabbia., Indagini geologiche effettuate: SI, Portanza indicativa del terreno (Kg/cmq): 1.0, Uso attuale del suolo: seminativo irriguo, Pendenza medio del terreno (%): 0, Disponibilità di lotti accessibili dal mare Ha: 0.0

                  Acquisizione dei terreni tramite esproprio tempo minimo 3 mesi.

Modalità di assegnazione dei terreni con delibera del Comitato Direttivo. Il prezzo medio di acquisizione dei terreni:€/mq 10,00

                  Possibilità di affitto o vendita di capannoni industriali per i privati si ma quelli consortili no. (Note Affitto/vendita capannoni: La vendita o l’affitto fra privati è subordinata al parere favorevole del Consorzio (Regolamento Consortile approvato il 09.04.1993).

TABELLA 10 Destinazione delle superfici

Superfici

Ha

Superfici

Ha

Totale dell’agglomerato

792

 

 

Destinati da Pr a verde servizi ecc..

437

Destinati dal Pr ad attività produttive

355

Aree servizi alla Produzione

29

Di cui a lotti artigianali

20

Aree smistamento merci

28

Impegnata da stab. Prod.

252

Aree per attrezzature tecnologiche

34

In esercizio

140

Aree di verde archeologico

81

In costruzione

4

Aree di verde attrezzato agr.

134

In programma

35

Area Ferroviaria

58

Inattivi

36

Viabilità Principale

34

Residua per nuovi insediamenti

103

Parcheggi

32

Lotto massimo disponibile

18

 

 

Lotto minimo acquisibile

0,3

4.7 Il nuovo statuto

                  Con delibera n. 4  del 04/07/2002 del Commissario Straordinario e successivamente con Decreto del Presidente della Regione Calabria n. 131 del 04/09/2002 (pubblicato sul B.U.R. del 01/10/2002) viene approvato il nuovo Statuto del Consorzio, il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della provincia di Crotone è costituito per effetto della trasformazione operata dalla legge regionale n. 38 del 24/12/2001, del Consorzio per il nucleo di Industrializzazione di Crotone.

                  Il nuova statuto è l’adeguamento del precedente statuto del C.N.I. di Crotone ai sensi della legge regionale 24/12/2001 n. 38.

                  Viene fissata la durata fino al 2030, la sede prevista è in Crotone però potranno essere istituiti uffici periferici, sotto la diretta gestione della sede centrale, in altro territorio della provincia nel quale per effetto di un elevato sviluppo industriale si dovesse ravvisare la necessità di un’attività amministrativa decentrata. L’istituzione di detti uffici potrà essere disposta unicamente dall’assemblea generale costituita in seduta plenaria di tutti i componenti con la maggioranza dei due terzi.

                  L’attività del Consorzio dovrà svolgersi in stretto coordinamento con la Regione e nel rispetto degli indirizzi programmatici e operativi e delle direttive che la Regione ritiene di emanare al fine dello sviluppo industriale.

                  In ragione della sua natura e della stretta correlazione con l’economia regionale il Consorzio è sottoposto al controllo programmatico, economico, finanziario e sostitutivo della Regione.

                  Il Consorzio per l’intero territorio della provincia di Crotone, provvede:

a)       Alla redazione, in conformità alle indicazioni del Piano Regionale di Sviluppo, dei piani regolatori delle aree e dei nuclei di sviluppo industriale esistenti e delle esigenze di sviluppo degli ambiti territoriali della provincia avente particolare vocazione  industriale, commerciale e artigianale risultante da iniziative imprenditoriali in atto o potenziali;

b)       Agli studi, ai progetti ed alle iniziative per promuovere lo sviluppo produttivo nelle zone di cui alla lettera a) e comunque in tutte quelle in cui sia ritenuto utile un intervento finalizzato allo sviluppo della produzione e degli scambi;

c)        Alla ricerca tecnologica, progettazione, sperimentazione, acquisizione di conoscenze e prestazione di assistenza tecnica, organizzativa e di mercato connessa al progresso ed al rinnovamento tecnologico, nonché alla produzione di attività di consulenza ed assistenza, con particolare riguardo al recepimento, alla diffusione e all’applicazione di innovazioni tecnologiche;

d)       Alla promozione di attività di consulenza ed assistenza per la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e per il loro consolidamento;

e)         All’assunzione, sulla base di apposite convenzioni con la Regione e gli Enti locali, di iniziative per favorire l’orientamento e la formazione professionale dei lavoratori, dei quadri direttivi ed intermedi e dei giovani imprenditori, ivi comprese le iniziative finalizzate all’introduzione di nuove tecnologie e metodi per il miglioramento della qualità, nonché iniziative di collaborazione interaziendale con imprese operanti in zone a sviluppo avanzato al fine sia della formazione professionale sia di eventuali investimenti nella provincia;

f)         A curare la promozione di patti territoriali e contratti d’area;

g)         All’acquisizione e alla progettazione di aree attrezzate per insediamenti produttivi, ivi compresa l’azione promozionale per l’insediamento di attività produttive in dette aree, alla progettazione ed alla realizzazione di opere di urbanizzazione e dei servizi, nonché all’attrezzatura di spazi pubblici destinati ad attività collettive. La gestione delle opere di urbanizzazione, delle infrastrutture e dei servizi può essere attuata anche avvalendosi di cooperative, consorzi di gestione e società a capitale misto;

h)       Alla vendita, all’assegnazione ed alla concessione alle imprese di lotti in aree attrezzate. A tal fine il Comitato Direttivo del Consorzio, con proprio atto, individua le aree ed i criteri per l’assegnazione;

i)        Alla costruzione, in aree attrezzate, di fabbricati, impianti, laboratori per attività industriali e artigianali, commerciali all’ingrosso ed al minuto, depositi e magazzini;

j)          Alla vendita, alla locazione ed alla locazione finanziaria alle imprese, di fabbricati e impianti in aree attrezzate;

k)      Alla realizzazione e gestione di aree produttive, artigianali, commerciali all’ingrosso ed al minuto o destinate a centri o esercizi commerciali. Tali aree possono essere individuate anche dagli strumenti comunali;

l)         All’assunzione e promozione dell’erogazione di servizi per favorire l’insediamento e lo sviluppo delle attività produttive, anche attraverso la cessione dì aree per l’insediamento dì aziende di servizio convenzionate con i Consorzi;

m)      Al riacquisto della proprietà di aree cedute per intraprese attività industriali o artigianali nell’ipotesi in cui il cessionario non abbia realizzato Io stabilimento nel termine di tre anni dalla cessione, nonché di acquistare unitamente alle aree cedute gli stabilimenti industriali o artigianali su di esse realizzati nel caso in cui sia cessata l’attività industriale o artigianale da più di tre anni. Il tutto con le modalità e le facoltà di cui all’art. 63 legge 23 dicembre 1998 n. 448.

n)       All’acquisto di stabilimenti nei quali la produzione sia dismessa al fine della riconversione per la realizzazione di iniziative produttive utili allo sviluppo dell’economia locale e dell’occupazione;

o)       Alla costruzione e gestione di impianti di depurazione degli scarichi degli insediamenti produttivi, salvo quanto previsto dalla legge regionale 3 ottobre 1997 n. 10 e delle altre disposizioni in materia;

p)       Alla realizzazione e alla gestione di impianti tecnologici per la distribuzione di gas metano e per la realizzazione e gestione di altri impianti a rete;

q)        Al recupero degli immobili industriali preesistenti per la loro destinazione a fini produttivi e all’attuazione di programmi di reindustrializzazione, acquisendoli anche col ricorso a procedure coattive ed espropriative previste dalle leggi vigenti;

r)         Alla prosecuzione della gestione in atto degli impianti di acquedotto, fognatura e depurazione fino al momento del loro trasferimento al gestore del servizio idrico integrato ai sensi della L. R. 3/10/97 n. 10;

s)         Alla riscossione delle tariffe, canoni e contributi per l’utilizzazione da parte di terzi di opere e servizi realizzati o gestiti dai Consorzi;

t)        A promuovere la costituzione ovvero a partecipare a società consortili di cui all’art. 27 della legge 5 ottobre 1991 n. 317;

u)       All’assunzione di ogni iniziativa idonea al raggiungimento dei fini istituzionali, anche mediante la promozione di società e di consorzi di gestione a capitale misto;

v)        Ad esprimere pareri, prima del rilascio di licenze, concessioni e autorizzazioni da parte delle competenti autorità locali, sulla conformità urbanistica delle costruzioni da insediare nel territorio consortile e sulle loro destinazioni d’uso;

w)      A compiere tutte le operazioni, commerciali, industriali, immobiliari, mobiliari, finanziarie ritenute dal Comitato Direttivo necessarie ed utili per il conseguimento delle finalità istituzionali ed assumere partecipazioni ed interessenze in altri enti o soggetti aventi scopo analogo o affine al proprio;

x)      A contrarre finanziamenti con enti o istituti bancari anche garantiti da ipoteche, accendere ipoteche e rilasciare fideiussioni;

y)        A compiere tutte le attività indicate nell’art. 12 legge regionale 24 dicembre 2001 n. 38 che non siano previste nell’elencazione che precede.

                  Fermo restando tutte le attività derivanti dalle finalità di cui sopra il Consorzio, nell’ambito territoriale di competenza e nel rispetto della programmazione e degli indirizzi della Regione, svolge le attività di cui all’art. 36, comma 5 della legge 5 ottobre 1991, n. 317, all’art. 11 del D.L. 23 giugno 1995, n. 244, convertito con la legge 8 agosto 1995 n. 341, quelle di cui all’art. 63 della legge 23 dicembre 1998 n. 448, all’art. 26 del D.lgs 31 marzo 1998 n. 112 e art. 2 D.P.R. 20 ottobre 1998 n. 447.

                  Gli strumenti urbanistici sono adottati dall’Assemblea Generale nel rispetto e con la procedura prevista dalle leggi nazionali e dalla legge urbanistica regionale n. 19 del 16 aprile 2002 previo, parere obbligatorio dei comuni i cui territori sono interessati dai medesimi strumenti urbanistici e sono approvati secondo le procedure previste per l’approvazione degli strumenti urbanistici comunali.

                  Per la redazione dei piani degli agglomerati industriali attrezzati e per l’attuazione delle opere di urbanizzazione e delle infrastrutture necessarie per insediamenti produttivi, compresi nei programmi di deindustrializzazione, si applicano le disposizioni di cui all’art. 2, comma 11, 11 bis e ter legge 19 luglio 1993 n. 237 e art 11 D giugno 1995, n. 244 convertito con legge 8 agosto 1995 n. 341 e successive modificazioni ed integrazioni nonché l’art. 37-ter comma 8 legge regionale 22 settembre 1998 n. 10 , fermo restando l’applicazione delle disposizioni di cui al D.P.R. 6 giugno 2001 n. 380 ( T.U. delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia).

                  L’approvazione dei progetti delle opere pubbliche occorrenti per le attività di cui sopra, nonché dei progetti delle opere occorrenti per l’attuazione delle iniziative di cui agli artt. 49,50 e 56 del T.U. 6 marzo 1978 n. 218, equivale a dichiarazione di pubblica utilità, di urgenza ed indifferibilità delle opere medesime.

                  Per tutte le opere realizzate, si applicano le disposizioni di cui all’art. 37-ter comma 8 legge regionale 22 settembre 1998 n. 105. Per le espropriazioni si applicano, fino all’entrata in vigore del D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327 le disposizioni di cui alla legge 25 giugno 1865 n. 2359 e successive modifiche ed integrazioni. Si applicano, altresì, le disposizioni di cui alla legge 3 gennaio 1978 n. 1 e successive modifiche ed integrazioni residuate all’abrogazione operata dal D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327.

                  Tutta l’attività istituzionale del Consorzio è svolta mediante l’adozione di programmi quinquennali di attività e di organizzazione in conformità agli indirizzi definiti dalla Regione nei propri piani generali e settoriali di sviluppo economico.

                  I programmi sono elaborati sulla base di criteri che tengano conto della sussistenza di processi di ristrutturazione e riconversione industriale già in stato di avanzamento e della presenza di rilevanti fenomeni di degrado ambientale, economico e sociale.

                  Per la realizzazione dei programmi il Consorzio potrà costituire società o consorzi o partecipare a società e consorzi, per la gestione dei servizi consortili e per l’assistenza alle imprese.

                  I programmi , oltre a quanto sarà ritenuto utile in relazione alle esigenze del territorio, devono necessariamente indicare:

a)       le azioni e le iniziative di promozione delle attività produttive e gli specifici interventi per realizzarle;

b)       le risorse finanziarie per realizzarle e le diverse fonti di provvista;

c)        le misure organizzative adeguate a sostenere le azioni prescelte, riguardanti la razionalizzazione delle risorse consortili al fine di ridurne i costi e realizzare miglioramenti;

d)       l’eventuale costituzione di società, di consorzi o di partecipazioni di cui al comma precedente.

                  I programmi sono adottati dall’Assemblea Generale entro il termine perentorio di giorni 180 dal suo insediamento e sono trasmessi alla Regione che provvederà all’approvazione definitiva nei termini e con le modalità di cui all’art. 14 legge regionale 24 dicembre 2001 n. 38.

                  Il capitale sociale è formato:

a)        dai conferimenti a suo tempo effettuati dai soci del Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione di Crotone in complessive lire 205.000.000 pari ad Euro 105.873,66;

b)       dai conferimenti che saranno versati dai nuovi soci ovvero che risulteranno da eventuali integrazioni.

c)        dai contributi in conto capitale, aumentati dagli utili e diminuiti dalle perdite derivanti dall’attività del Consorzio;

d)       nella fase iniziale conseguente all’adozione dello statuto, il fondo consortile nonché l’attribuzione delle relative quote ai singoli consorziati viene determinato come risulta dalla successiva (tabella 11).

                  I mezzi finanziari sono costituiti da quelli derivanti:

a)       dall’utilizzazione di mezzi propri;

b)        da entrate conseguenti alle varie attività svolte dal Consorzio;

c)        dai fondi regionali, statali e comunitari appositamente destinati alla realizzazione,gestione e manutenzione di opere e servizi;

d)       dal contributo annuale di dotazione ordinaria da parte dei soci che sarà fissato in sede di approvazione del P.E.F. a cadenza triennale e ripartito fra i soci in ragione delle quote di ciascuno di essi;

e)        da finanziamenti concessi dagli istituti di credito anche a medio termine.

                  Il patrimonio del Consorzio è costituito da:

a)       attività e passività finanziarie;

b)       beni mobili, immobili, crediti, titoli di credito e beni in natura;

c)        beni destinati al servizio del Consorzio ed altre attività non disponibili;

d)       passività consolidate e diverse.

                  Le opere realizzate dal Consorzio, ivi comprese quelle trasferite ai sensi dell’art. 3 della legge 1 marzo 1986 n. 64, fanno parte del patrimonio del Consorzio che vi provvede alla manutenzione e gestione;

                  I beni costituenti il patrimonio del Consorzio sono descritti in appositi inventari indicanti gli elementi atti a farne conoscere la consistenza ed il valore.

                  Al fine di un corretto equilibrio tra i beni già nel patrimonio del Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione di Crotone e quelli del Consorzio, acquisiti dopo l’approvazione del presente statuto, per i primi viene assunto il valore di acquisto come iscritti negli atti contabili.

                  La quota sociale unitaria derivante dal fondo consortile formato secondo quanto previsto dallo statuto, si ricava dividendo il fondo medesimo per il numero dei soci già esistenti provenienti dal C.N.I. Crotone sia nella forma individuale sia nella forma associata, unitamente alla Regione aumentato in modo tale da consentire l’attribuzione di più quote ai soci maggiormente rappresentativi di interessi generali e di categoria, in guisa che sia sempre presente il rapporto di un terzo per la Regione e due terzi per gli altri soci.

                  Considerato che, operate le associazioni previste dallo statuto, il numero dei soci provenienti dal C.N.I. Crotone è pari a 12, al fine di assicurare il rapporto di cui sopra appare equo aumentare detto numero (12) di 24 quote, sicché il numero totale delle quote diviene pari a 36.

                  All’atto dell’approvazione dello statuto, considerato l’apporto della Regione e di eventuali nuovi soci, il fondo consortile è indicato in 504.000,00 (pari a lire 975.880.080) per cui la quota sociale, tenuto conto del totale delle quote pari a 36, è di Euro 14.000,00.

                  Considerate le quote versate dai soci provenienti dal C.N.I. Crotone e la partecipazione della Regione e la possibilità che partecipano nuovi soci, la distribuzione delle quote può regolarsi come di seguito:

TABELLA 11 – FONDO CONSORTILE

 

 

Vecchio Statuto

Nuovo Statuto

N.

Ente Consorziato

Cons.

Conf. In €

Quote

Conf. In €

1

Regione Calabria

 

 

12

168.000,00

2

Provincia di Crotone

12

25.822,84

3

42.000,00

3

Comune di Crotone

6

15.493,71

2

28.000,00

4

Camera C.I.A.A. Crotone

6

15.493,71

3

42.000,00

5

Assoper

10

25.822,84

3

42.000,00

6

A.R.S.S.A. di Cosenza

3

7.746,85

1

14.000,00

7

Comune di Strongoli

2

3.873,43

1

14.000,00

8

Cons. Bonif. Bassa Valle del Neto-Crotone

1

2.582,28

1 (*)

14.000,00

9

Cons.Bonif.Castella/Capocolonna-Isola C. R.

1

1.291,14

10

Cons. Bonif. Lipuda Fiume Nicà-Cirò M.

1

1.291,14

11

Comune di Cutro

1

1.291,14

1

14.000,00

12

Comune di Isola C.R.

1

1.291,14

1

14.000,00

13

Comune di Rocca di Neto

1

1.291,14

1

14.000,00

14

Banca CARIME S.p.a.

1

2.582,28

1

14.000,00

15

Sottoscrizioni riservate a nuovi soci

 

 

6

84.000,00

 

Totali.

46

105.873,64

36

504.000,00

(*) I Consorzi di bonifica sono stati associati a norma dello statuto.

                  In caso di mancanza di istanze di partecipazione per le sei quote a disposizione di nuovi soci le quote si accrescono progressivamente in ragione di una quota cadauno ai soci esistenti, secondo l’ordine di esposizione sopra indicato, esclusa la Regione.

                  Circa il rapporto tra gli importi versati dai soci provenienti dal C.N.I. Crotone ed il valore delle attuali quote e la prevista associazione tra i soci che avevano versato una quota di importo modesto in relazione a quella versata dagli altri, per detti soci non vengono chieste integrazioni ne disposti rimborsi.

                  Nel caso in cui l’Assemblea Generale, con la speciale maggioranza prevista, ritenga di aumentare il numero delle quote mediante l’ammissione di nuovi soci, la Regione potrà aumentare le proprie quote in rapporto pari agli aumenti effettuati, in misura tale che sia sempre presente il rapporto di un terzo a due terzi.

 

4.8 Intesa istituzionale di programma tra il governo della Repubblica e la Regione Calabria

                  L’accordo di programma tra il governo della Repubblica e la Regione Calabria persegue, nel quadro di una complessiva strategia regionale di irrobustimento del sistema produttivo calabrese, l’obbiettivo strategico di innalzare sensibilmente il grado di attrattività, soprattutto nei confronti delle iniziative imprenditoriali extraregionali, esercitato dal territorio della regione.

                  Al fine di garantire maggiore incisività al programma delineato nell’accordo, tramite la concentrazione degli investimenti previsti, la Regione ha provveduto all’individuazione di alcune aree di rilevanza strategica per il sistema produttivo regionale sulle quali concentrare gli investimenti, tre quelle già attualmente meglio predisposte ad accogliere gli insediamenti produttivi, tra queste aree rientra anche l’agglomerato industriale di Crotone.

TABELLA 12 – INTERVENTI INFRASTRUTTURALI AGGLOMERATO DI CROTONE

N.

Titolo di intervento

Localizzazione

Soggetto attuatore

Costi

1

Ampliamento della Z.I. – Infrastrutturazione primaria della località Zigari

Agglomerato industriale di Crotone

Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Crotone

€ 6.394.250

2

Ampliamento della Z.I. – Infrastrutturazione primaria della località Passovecchio

Agglomerato industriale di Crotone

Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Crotone

€ 3.934.730

 

TABELLA 13 – STUDI DI FATTIBILITA’ AGGLOMERATO DI CROTONE

N.

Titolo di intervento

Localizzazione

Soggetto attuatore

Costi

1

Studio di fattibilità “Centro smistamento merci 1° lotto (raccordo ferroviario ed infrastrutture a servizio) – località Zigari”

Agglomerato industriale di Crotone

Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Crotone

€ 126.500

2

Studio di fattibilità per la realizzazione di edifici e magazzini a completamento del centro smistamento merci

Agglomerato industriale di Crotone

Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia di Crotone

€ 100.000

  Il trasferimento delle risorse finanziarie statali previste per l’anno 2002 verrà disposto nei confronti della Regione in un’unica soluzione, entro 180 giorni dalla data di sottoscrizione dell’accordo e per gli anni 2003, 2004, 2005 entro 120 giorni dalla data di trasmissione al Servizio competente del Ministero dell’Economia e delle Finanze di rapporti semestrali di monitoraggio. L’ammontare dei trasferimenti terrà conto dell’entità delle risorse finanziarie effettivamente utilizzate dalla Regione, risultanti dai suddetti rapporti di monitoraggio.

                  La Regione si impegna, in funzione della tempistica e delle modalità attuative delle anzidette azioni e strumenti, a promuovere l’attivazione del necessario processo negoziale ed istruttorio.

                  Tale processo, che dovrà prevedere anche il coinvolgimento di altre amministrazioni responsabili di tali misure, è finalizzato a definire e stipulare, coerentemente con quanto previsto, dal sul citato complemento di programmazione, protocolli aggiuntivi al presente accordo relativi all’attuazione di:

a)       Azioni di marketing territoriale per l’attrazione di investimenti esterni e l’avvio di reti di cooperazione interregionale;

b)       Un sistema integrato di agevolazioni per la realizzazione di investimenti produttivi (sistemi territoriali, filiere settoriali);

c)        Strumenti di finanza di progetto per attuare, in collaborazione con il settore privato, la realizzazione di infrastrutture e la gestione dei connessi servizi.

                  La Regione si impegna a proporre iniziative relative alla sicurezza e legalità anche per gli interventi previsti dall’ accordo di programma, quali:

a)       Controllo preventivo de in itinere di eventuali condizionamenti negli appalti e subappalti di esecuzione dei lavori, servizi e forniture e nella conduzione dei cantieri;

b)       Controllo del rischio di infiltrazioni criminali nell’affidamento delle aree e nella gestione d’impresa;

c)        Definizione e applicazione di accordi di sicurezza finalizzati al presidio delle aree e delle reti di comunicazione in/out, nonché alla salvaguardia dei siti e delle opere infrastrutturali previste nelle aree industriali per una sicura fruibilità del bene;

d)       Concentrazione, con la partecipazione delle parti sociali e della società civile, di protocolli di legalità articolati per azioni di prevenzione e contrasto delle fenomenologie criminose nel tessuto economico e produttivo Regionale;

e)        Implementazione di progetti per l’emersione del lavoro sommerso e del lavoro irregolare e per l’applicazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.